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Da 0 a 10 – Stagione 2016: classiche

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Dopo aver “dato i numeri” per quanto riguarda le corse a tappe, è ora di focalizzarsi sulle classiche, le corse di un giorno, partendo da quelle monumento, Mondiali e Olimpiadi comprese, ma considerando anche quelle “minori” come E3, Gent, San Sebastian, Freccia Vallone e via dicendo.  Ecco i nostri pareri, sempre con un pizzico di ironia:

10 Peter Sagan. Semplicemente un fenomeno, in qualsiasi specialità. volate, salite (brevi), asfalto, pavè….sa pure arrivare da solo dando spettacolo come dimostrato al Giro delle Fiandre dove di fatto prende il testimone lasciato da Cancellara. In più, sa anche il momento di giocare di rimessa, come ai Mondiali dove centra un bis leggendario. Ormai l’etichetta di eterno secondo è tolta, resta da capire dove può arrivare questo fuoriclasse che è tutt’ora capace di vincere corse come la Sanremo, Roubaix ma anche alle Ardenne potrebbe dire la sua…chissà in futuro. Piccoli rimpianti olimpici vedendo i risultati di Van Avermaet, che praticamente è il suo sosia.

9 Matthew Hayman. Il vecchio “brutto rospo” vincente a sorpresa alla Roubaix. Una vita da gregario, centra la giornata di grazia entrando nella fuga iniziale, resistendo al ritorno del folle gruppo capitanato dall’eterno Tom Boonen, e nel finale sembrava sempre quello ad averne di più nonostante tutto fosse a suo sfavore. Insomma, forse una delle più liete sorprese degli ultimi anni, alla conferma che la Parigi-Roubaix è una corsa folle e che la può vincere chiunque, se nel posto giusto al momento giusto.

8 Wouter Poels. In una giornata da tregenda è l’eroe della Liegi. Una corsa troppo “piatta” trova il guizzo per dire la sua e anticipare il gruppo, dimostrando di essere un buon corridore nelle corse di un giorno, essendo dotato di un buon spunto veloce. Anche lui come Hayman è nel posto giusto al momento giusto, spesso bistrattato dalla Sky che lo vede solo come gregario (che lavoro al Tour!) ma merita maggiore spazio, anche per le difficoltà di Michal Kwiatkowski (ma che gli è successo?).

7 Greg Van Avermaet. Causa sfortuna, balza completamente la campagna sulle pietre ma si riscatta andando a piazzare la bandiera belga a Rio, anche in maniera clamorosa dato il percorso considerato troppo duro. Ma lui si porta avanti attaccando prima e riuscendo a cogliere il momento giusto per andare a prendere Majka. Chiaramente aiutato dalla fortuna, ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci. Di fatto la sua stagione è solo questa, poteva e doveva fare di più a Doha.

6 Fabian Cancellara. Voto di stima e alla carriera. All’ultimo anno, impossibile non nominare Spartacus in queste pagelle. Non ha vinto niente (ad eccezione della medaglia d’oro a cronometro a Rio), ma regala spettacolo sul suo giardino, il pavè. Alla Fiandre commovente azione per provare a recuperare il suo allievo Sagan, dove supera e scarta avversari come se fossero birilli. Anche alla Roubaix ci regala un’ultima perla, prima della caduta che di fatto è stato il suo canto del cigno. Ci mancherà un corridore del suo spessore, mai banale. Le ovazioni in tutte le sue ultime corse testimoniano la grandezza di Spartacus.

5 Alejandro Valverde. Quest’anno si è concentrato maggiormente sui grandi giri, lasciando un pò da parte le classiche, e si vede. Tralasciando la Freccia Vallone, classica secca decisa sempre dalla parete di Huy, ha toppato tutto il resto. Soprattutto salta all’occhio l’opaca prova Olimpica nonostante fosse favoritissimo in un percorso adattissimo a uno come lui. Ma tant’è, anche Valverde invecchia e con ciò perderanno le occasioni per lasciare il segno con la propria nazionale….e anche quest’anno si vince l’anno prossimo. Ma va detto che ha puntato tutto sui 3 grandi giri.

4 Daniel Martin. Il vero deluso dell’anno per quanto riguarda le classiche, come per Valverde si fa vedere solo sull’Huy, e poi sbaglia tutto il resto. Ma lui non ha la scusa dei tre grandi giri, ha corso solo il Tour con discreti risultati. Male alla Liegi, male al Lombardia, malissimo nella prova olimpica…e da dietro spunta sempre di più il talento di Julian Alaphilippe.

3 Philippe Gilbert. Chi l’ha visto? In notevole fase calante. Assente alle Ardenne, giardino di casa sua, assente ovunque. Non ha più lo smalto dei tempi migliori, non ha più quella formidabile sparata.

2 Andre’ Greipel. Ha messo nel mirino la Milano-Sanremo e il Mondiale in Qatar: assente in entrambi gli appuntamenti. A Sanremo non ha la scusa del meteo avverso, in Qatar prima litiga con i compagni su chi è il capitano e poi si trova completamente impreparato nel momento decisivo non partecipando dunque alla volata decisiva. Non capiterà molto spesso un Mondiale così….

1 Alexander Kristoff. La stagione della conferma si rivela una stagione da incubo. Sbaglia tutto, dalla Sanremo alle classiche sul pavè dove non è mai protagonista, facendo un notevole passo indietro rispetto al 2015. E al mondiale anche lui litiga con i compagni, nella fattispecie Boasson Hagen, ed è un peccato perchè si era trovato al posto giusto al momento giusto. Ma disputa una volata anonima che testimonia l’annata no.

0 curva criminale discesa Vista Chinesa. Quella curva fatale a Vincenzo Nibali e Sergio Henao, privando dei due le possibili medaglie. Ma non solo loro due, parecchi corridori sono state vittime di quella sciagurata curva, molto ripida, strettissima, con asfalto non al top e soprattutto con un marciapiede altissimo al termine del tornante, con le transenne di sicurezza poste al di là del marciapiede (!!!). Ok che il percorso era stato provato nelle varie ricognizioni, ma in gara l’adrenalina e la tensione è differente e piazzare una cosa del genere è stato criminale. Molti ci sono cascati e hanno subito infortuni piuttosto gravi grazie a questo. Ok che a volte sono i corridori a cercarsela, ma stavolta è più un errore dell’organizzazione. E peccato perchè lì ci è sfumata la possibile storica medaglia d’Oro….

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Giacomo Cormio

Sono nato e vivo a Milano, sono laureato in Scienze statistiche ed Economiche, passione legata allo sport. Infatti sono appassionato di Ciclismo, Calcio, Tennis, Basket e Motori soprattutto. I miei punti di riferimento sono coloro che mi hanno fatto avvicinare molto a questi sport: Nibali, Shevchenko, Federer, Bryant e Schumacher. E mi piace usare queste passioni scrivendo articoli.

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