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Vuelta De Espana 2016 – pagelle: Quintana, Felline, spettacolo TOP; Astana, Van Garderen, giuria FLOP

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Si è appena concluso il terzo e ultimo grande giro della stagione, una Vuelta De Espana spettacolare e incerta fino all’ultimo metro, con la meritata vittoria di Nairo Quintana, oggettivamente il più forte in salita in questa edizione ma ha dovuto sudare parecchio per portare a casa la Roja data l’importante differenza nella cronometro rispetto al suo rivale Chris Froome, che applaude al traguardo della 20esima e decisiva tappa. La corsa non solo ci lascia la grande sfida Quintana vs Froome, ma anche un Chaves in continua crescita che scalza dal podio un Contador battagliero, ma non più quello di una volta. Ma ci sono state tante polemiche legate all’organizzazione (la caduta di Steven Kruijswijk ad esempio) e alla giuria (il caso della 15esima tappa). Ma vediamo ora le pagelle.

NAIRO QUINTANA 10. Voto massimo per lo scalatore indios. Doveva riscattarsi da un opaco Tour De France e lo fa benissimo dimostrando di essere il più forte su qualsiasi tipo di salita. A cronometro è migliorato, ma la differenza da Froome rimane abissale, perciò Nairo si cautela entrando nell’azione promossa da Contador nella tappa di Formigal: è quì che si è decisa la Vuelta, facendo scacco matto a Froome. Successivamente si gestisce alla perfezione supportato da una grande squadra e da uno stato di forma invidiabile. Vogliamo vederlo all’attacco però anche al Tour, a questo punto l’unico grande giro che gli manca….Froome è avvertito.

CHRISTOPHER FROOME 9. Non fosse per la tappa di Formigal dove lui è la Sky si sono letteralmente fatti sorprendere, probabilmente avremmo potuto assistere alla leggendaria doppietta Tour+Vuelta. Non sarà bellissimo da vedere e troppo “computerizzato”, ma è efficace e in salita è dietro solo a Quintana, con cui partecipa ad un duello emozionante. Quando c’è da difendersi si difende egregiamente, quando c’è da attaccare ci prova. Purtroppo anche lui è umano e ha i suoi punti deboli, ma sa anche applaudire per la vittoria dell’avversario. Vuelta stregata per Froome: è il terzo secondo posto che conquista con tre vincitori diversi (Cobo, Contador e Quintana).

ESTEBAN CHAVES 8.5. Dopo il secondo posto al Giro, si conferma anche alla Vuelta dove centra un altro podio. Evidenti i limiti a cronometro, a questo punto l’unico punto debole che lo separa verso la vittoria di un grande giro, ma ha dalla sua un grande coraggio e saggezza tattica, con una Orica stellare al suo fianco senza avere grossi nomi, a parte Simon Yates. Spesso è il primo ad attaccare, si prende il podio con un attacco da lontano e soprattutto anche quando viene sconfitto non viene mai a mancare il sorriso: il ciclismo ha bisogno di personaggi come lui. Ora manca un solo step verso la consacrazione ai massimi livelli.

ALBERTO CONTADOR 6.5. Voto di stima, anche perchè se la Vuelta è finita così è anche merito del Pistolero, capace di provare a riscrivere la Vuelta alla 15esima tappa, portandosi involontariamente dietro Quintana. La brillantezza non è quella dei tempi migliori, e si vede dato che in salita cede sempre qualcosa, ma non ha mai perso il vizio di danzare piacevolmente sui pedali. Perde l’attimo all’attacco di Chaves alla 20esima tappa, ed è lì che ci si gioca il podio, ma per il Pistolero contava solo vincere, perciò lo attendiamo nel 2017 più forte che mai per il canto del cigno, magari anche sulle strade italiane dove ha vinto il suo ultimo grande giro.

ANDREW TALANSKY 7.5. Vuelta regolare la sua, senza infamia e senza lode. Con questa regolarità centra un buon 5 posto, sfruttando anche le doti a cronometro. Gli manca il salto di qualità per competere con i primissimi, questa è la sua prossima sfida, sfortuna permettendo.

SIMON YATES 8. Con Chaves dialoga alla perfezione e permette alla Orica di esprimersi al massimo. Vuole seguire il fratello Adam e ci riesce, riscattando una stagione travagliata per lui, conquistando anche una tappa. E ora la Orica ha tre concorrenti da corse a tappe, è ora di affiancare gregari capaci anche in salita….

DAVID DE LA CRUZ 8. E’ la sorpresa della Vuelta. Conquista la Roja grazie ad una fuga e molti pensavano fosse un caso, ma riesce poi a mantenersi ad alti livelli e a conquistare una prestigiosa Top 10 che fa ben sperare per il futuro. Corridore da seguire assolutamente.

DANIEL MORENO 7. E’ la terza scelta nello scacchiere Movistar, ma nonostante le attività di gregariato centra una buona ottava posizione che conferma l’affidabilità del corridore in chiave grande giro. Se avesse avuto più spazio in passato?

DAVIDE FORMOLO 7.5. Venuto alla Vuelta per aiutare Talansky, si ritrova anche lui in classifica e finalmente mostra le sue capacità in salita centrando la Top 10 e la palma del miglior italiano in classifica. Da migliorare assolutamente a cronometro se vuole fare il salto di qualità e affiancarsi a Nibali e Aru.

ASTANA 4. Già la decisione di escludere Aru ha fatto scalpore, poi la gestione di Lopez ha lasciato qualche perplessità. Si reinventa la Vuelta con Scarponi deputato per la generale, ma ha una certa età ormai e pecca di continuità finendo fuori dai 10. In più non centrano la vittoria di tappa, seppur provandoci in molte occasioni. Non riscattano un deludente Tour. Solo Nibali salva la loro stagione, ed è quello che andrà via paradossalmente.

ALEJANDRO VALVERDE 6. Sufficienza per aver provato l’impresa titanica di centrare 3 top 10 nei tre grandi giri in un anno. Non ci riesce per poco, grazie al crollo sull’Aubisque, fino al quale era nei piani alti della classifica. Si sacrifica comunque per Quintana e prova, invano, a portare a casa la maglia verde. Stagione estenuante per lui, chissà se vorrà ripeterla il prossimo anno….

FABIO FELLINE 9. Che lieta sorpresa! Seppur senza vincere una tappa, si aggiudica la maglia verde, frutto di numerosi piazzamenti sia nel gruppo che nelle fughe, entrando molto spesso in quelle giuste, mostrando una regolarità impressionante e di essere forte su tutti i terreni, anche nelle salite. Chapeau, grandissimo risultato per lui che fino a qualche mese fa non sapeva se poteva tornare in bicicletta dopo il drammatico incidente alla Amstel.

OMAR FRAILE 8. Con astuzia e per un solo punto, vince per il secondo anno la maglia per scalatori, suo obiettivo dichiarato. Bravissimo nel dosare le energie e usarle al momento giusto. Che il prossimo anno voglia provare il tris?

GIANNI MEERSMAN 7. Vince le prime due volate, dando l’impressione di dominare la categoria. Ma piano piano si spegne. Peccato, perchè poteva fare un pensierino alla verde…

DARWIN ATAPUMA 7. Ci prova tante volte a conquistare la tappa, ma non ci riesce. Buona consolazione: la Roja indossata per diversi giorni. Grande stagione la sua dopo le ottime prove al Giro D’Italia.

SERGEY LAGUTIN 7. Indimenticabile vittoria a La Camperona, salva la baracca in casa Katusha priva di Zakarin e Rodriguez.

VALERIO CONTI 7.5. Spettacolare vittoria di tappa a Urdax, contiamo anche su di lui per il futuro.

ROBERT GESINK 7. Dopo numerosi problemi fisici, riesce a presentarsi alla Vuelta e riesce a sostituire Kruijswijk centrando la prestigiosa vittoria nella tappa regina sull’Aubisque. E la sua Vuelta l’ha vinta lì.

GIANLUCA BRAMBILLA 8. Prova a curare la classifica generale, ma dopo metà Vuelta si sfila per cercare la vittoria di tappa: la trova nella pazza e decisiva tappa di Formigal dove batte un certo Nairo Quintana. Stagione eccezionale la sua, merita maggiore attenzione.

MATHIAS FRANK 6.5. Era l’ultima apparizione della IAM in un grande giro, e il suo massimo esponente doveva ricambiare con qualcosa: è arrivata la vittoria di tappa nel duro arrivo a Llucena.

MAGNUS CORT NIELSEN 7.5. Centra due prestigiose vittorie di tappa, di cui una a Madrid. Cigliegina sulla torta di una Vuelta di altissimo livello per la Orica.

PIERRE ROGER LATOUR 7. Al suo esordio in un grande giro, si fa vedere all’ultima occasione possibile, centrando la tappa sull’Alto de Aitana nonostante uno stile strano sui pedali.

STEVEN KRUIJSWIJK S.V.: Aveva perso tanto tempo nelle prime tappe, ma non ha avuto la possibilità di riscattarsi.

TEJAY VAN GARDEREN 4. Vuelta anonima per lui. Non si vede praticamente mai, neanche per aiutare i capitani di turno. Passo indietro per l’americano quest’anno.

LOUIS MEINTJES 5. Paga le fatiche del Tour, ma almeno ci ha provato. Non rovina una grande stagione.

PHILIPPE GILBERT 4. Dove è il vero Gilbert?

LEOPOLD KONIG 5.5. Sembrava dovesse essere l’arma letale in casa Sky, ma diventa poi uno dei famosi 93 inspiegabilmente. Nella tappa di Formigal è completamente sparito dal radar, prova a rimediare senza successo nelle tappe successive.

ORGANIZZATORI 3. L’incidente di Kruijswijk, aggiunta alla gestione della tappa di Formigal, lasciano spazio a poche parole ma tante perplessità.

GIURIA 2. Ne abbiamo già parlato della gestione della tappa di Formigal, con i famosi 93 fuori tempo massimo ma ripescati. Anche una settimana dopo nutriamo delle perplessità riguardo a questa decisione che farà sicuramente discutere in futuro.

SPETTACOLO 10. Nonostante tutto, la Vuelta è stata spettacolare ed emozionante. Tanti arrivi in salita, diversi tra di loro, con tappe brevi ma intense e pochi tapponi veri e propri hanno permesso ai corridori di esprimersi liberamente e quindi al pubblico di divertirsi, con la sfida Quintana vs Froome a infiammare ogni giorno, ma anche le sfide tra i fuggitivi e Chaves vs Contador per il podio. Da questo punto di vista, anche la Vuelta batte il Tour e se la gioca con il Giro.

 

Conclusa la Vuelta, la stagione 2016 è agli sgoccioli. Pochi appuntamenti rimangono ormai, con il Lombardia ultimo vero appuntamento World Tour prima dei Mondiali in Qatar, quest’anno ad Ottobre.

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Giacomo Cormio

Sono nato e vivo a Milano, sono laureato in Scienze statistiche ed Economiche, passione legata allo sport. Infatti sono appassionato di Ciclismo, Calcio, Tennis, Basket e Motori soprattutto. I miei punti di riferimento sono coloro che mi hanno fatto avvicinare molto a questi sport: Nibali, Shevchenko, Federer, Bryant e Schumacher. E mi piace usare queste passioni scrivendo articoli.

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